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Sig. Alex e Lo Skateboard Segreto

Nel cuore di una città brulicante, dove il clamore dei clacson e il chiacchiericcio incessante dei pedoni riempivano l’aria, viveva un uomo di nome Alex. Giorno dopo giorno, Alex si trascinava attraverso la sua routine: un lavoro monotono che richiedeva poca creatività e ancora meno gioia, incastrato tra due fette di pendolarismo grigio. La metropolitana era la sua seconda casa, sebbene stretta e scarsamente illuminata, dove i volti dei compagni pendolari si sfumavano in un arazzo di stanchezza urbana.

La vita di Alex era un ciclo di grigio—finché un sabato indimenticabile. Mentre frugava in soffitta in cerca di qualcosa di banale, la sua mano sfiorò qualcosa di insolito nascosto in un angolo polveroso. Era uno skateboard elettrico elegante e moderno, diverso da tutto ciò che aveva mai visto prima. La nota allegata, scritta a mano da suo padre, diceva: “Per i giorni in cui desideri volare senza ali. Con amore, Papà.” Suo padre, un inventore di sorta, era passato a miglior vita anni prima, lasciando dietro di sé un tesoro di gadget e gingilli, la maggior parte dei quali era sfumata nell’oblio. Questo skateboard, però, era diverso. Era compatto, si ripiegava rapidamente con un flick del polso, e si adattava perfettamente in uno zaino. 

Spinto dalla curiosità, Alex caricò lo skateboard e decise di farne il suo nuovo mezzo di trasporto per il lavoro il lunedì. Nel momento in cui salì sullo skateboard, la città si trasformò. Le strade che aveva percorso mille volte rivelarono gemme nascoste che non aveva mai notato. Il vento tra i capelli, la velocità esaltante e la libertà di zigzagare tra vicoli e parchi riaccenderono un senso di avventura che da tempo era stato spento. 

Il pendolarismo divenne il momento clou della giornata di Alex. Esplorò quartieri, trovò nuovi caffè e iniziò persino a svegliarsi presto per estendere il suo giro. Lo skateboard elettrico non era solo uno strumento di viaggio; era la chiave per un nuovo mondo. I colleghi notarono il cambiamento in lui—sparito il cupo, disinteressato Alex. Al suo posto c’era un uomo che irradiava felicità, i cui occhi scintillavano di storie delle sue ultime scoperte. 

Lo skateboard fece più che cambiare il tragitto di Alex; trasformò la sua prospettiva di vita. Divenne più aperto, più disposto a correre rischi e ad abbracciare l’ignoto. I fine settimana erano spesi tracciando nuove rotte attraverso la città, e le serate erano piene di manutenzione e aggiornamenti al suo amato skateboard. Divenne un’estensione di sé, un simbolo del suo ritrovato entusiasmo per la vita. 

Un giorno, mentre Alex sfrecciava attraverso un parco particolarmente bello, un pensiero lo colpì: suo padre gli aveva dato molto più di un pezzo di tecnologia. Gli aveva dato un dono di gioia, avventura e un promemoria che la vita non riguarda la destinazione, ma il viaggio. Con il cuore grato e un ampio sorriso, Alex guardò all’orizzonte, pronto per dove la strada potesse portarlo. 

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